Quando ti senti ansioso, arrabbiato, felice o sorpreso, cosa sta succedendo davvero dentro di te?
Molti scienziati credono che le emozioni provengano da una parte specifica del cervello, innescata dal mondo che ci circonda. Il brivido di vedere un vecchio amico, la paura di perdere qualcuno che amiamo – ognuna di queste sensazioni sembra sorgere automaticamente e incontrollabilmente da dentro di noi, trovando espressione sui nostri volti e nel nostro comportamento, portandoci via con l’esperienza.
Questa comprensione dell’emozione esiste dai tempi di Platone. Ma cosa succederebbe se fosse sbagliata? la pionieristica psicologa e neuroscienziata Lisa Feldman Barrett si basa sulle ultime prove scientifiche per rivelare che le nostre idee di senso comune sulle emozioni sono drammaticamente, anche pericolosamente, superate – e che ne abbiamo pagato il prezzo.
Le emozioni non sono universalmente pre-programmate nei nostri cervelli e nei nostri corpi; piuttosto sono esperienze psicologiche che ognuno di noi costruisce in base alla propria storia personale, alla propria fisiologia e all’ambiente circostante.
Questa nuova visione delle emozioni ha implicazioni molto rilevanti: quando i giudici emettono sentenze su minori o per reati “passionali”, quando gli agenti di polizia sparano a sospetti minacciosi, o quando i medici scelgono tra una diagnosi e l’altra, tutti, in qualche modo, facendo affidamento sull’antica assunzione che le emozioni siano cablate nei nostri cervelli e nei nostricorpi. Rivedere quella concezione delle emozioni non è solo fornire un contributo all’evoluzione della scienza, afferma la prof.ssa Barrett; è vitale per il nostro benessere e la salute della società stessa.
Lisa Feldman Barrett, illustre professoressa di Psicologia presso la Northeastern University, nonchè Direttrice del Laboratorio di Scienze affettive interdisciplinari, negli ultimi 25 anni si è dedicata allo studio delle emozioni insieme a James Russell, il fondatore della rivista Emotion Review.
La prof.ssa Barrett ha formulato una nuova teoria che spiega l’esperienza e la percezione delle emozioni evidenziando come il cervello costruisca le emozioni, il suo contributo potrebbe rivoluzionare la psicologia, l’assistenza sanitaria, l’applicazione della legge e la nostra comprensione della mente umana
Questa teoria fu proposta da Lisa Feldman Barrett per risolvere il “paradosso dell’emozione”, che ha lasciato perplessi per decenni i ricercatori che studiano le emozioni. Il paradosso è il seguente. Le persone hanno esperienze emotivamente vivide e intense nella vita di tutti i giorni: riferiscono di riconoscere emozioni come “rabbia”, “tristezza” e “felicità” negli altri, oltre a sperimentare loro stessi “rabbia”, “tristezza” e così via.
Tuttavia, le prove psicofisiologiche e neuroscientifiche non sono riuscite a fornire un sostegno coerente all’esistenza di tali categorie distinte di esperienza.
Invece, l’evidenza empirica suggerisce che le emozioni sono costruite da più reti cerebrali che lavorano in modo sinergico. Nonostante questa evidenza, la maggior parte delle teorie sull’emozione affermano che le emozioni siano una dotazione genetica, e non apprese e prodotte da circuiti cerebrali dedicati: il circuito della rabbia, il circuito della paura e così via.
Questo punto di vista è molto in linea con la concezione di emozione anocra molto diffusa nel senso comune. La teoria dell’emozione costruita mette in dubbio questa ipotesi, infatti suggerisce che le emozioni (spesso chiamate “emozioni di base”) non sono programmate biologicamente, ma siano invece fenomeni che emergono nella coscienza “nel momento” in cui sono vissute.
Secondo la prof.ssa Lisa Feldman Barrett: “In ogni momento di veglia, il tuo cervello utilizza l’esperienza passata, organizzata in concetti, per guidare le tue azioni e dare significato alle tue sensazioni. Quando i concetti coinvolti sono concetti che riguardano l’emozione, il tuo cervello costruisce tali emozioni.”
Più dettagliatamente, le emozioni sono costruite in tutto il cervello dalla collaborazione sinergica di più reti cerebrali. Le componenti che entrano in questa costruzione includono i concetti e la realtà sociale, così vengono generate le ipotesi predittive che a partire dalle sensazioni propriocettive che forniscono informazioni sulla condizione fisica (livello di attivazione o aurosal), alla fine producono sensazioni di piacere, dispiacere, eccitazione e calma.
I concetti sono la conoscenza incarnata (dalla tua cultura), inclusi i concetti relativi all’emozione. La realtà sociale fornisce l’immaginario collettivo e il linguaggio che rendono possibile la percezione dell’emozione tra le persone che condividono una cultura.
Per analogia, considera l’esperienza del colore. Le persone sperimentano i colori come categorie distinte: blu, rosso, giallo e così via, e queste categorie variano in culture diverse. La fisica del colore, tuttavia, è in realtà continua, con lunghezze d’onda misurate in nanometri lungo una scala che va dall’ultravioletto all’infrarosso. Quando una persona sperimenta un oggetto come “blu”, (inconsciamente) usa i suoi concetti di colore per classificare questa lunghezza d’onda. E infatti, le persone sperimentano un’intera gamma di lunghezze d’onda come “blu”.
Allo stesso modo, le emozioni sono comunemente pensate come distinte – paura, rabbia, felicità – mentre l’affetto (prodotto dall’interpretazione) è continuo.
La teoria dell’emozione costruita suggerisce che in un dato momento, il cervello predice e classifica il momento presente attraverso predizioni interocettive e i concetti emotivi della propria cultura, per costruire un’istanza di emozioni, proprio come si percepiscono i colori.
Questo processo crea l’esperienza di “vivere un’emozione”. Ad esempio, se il cervello di qualcuno predice la presenza di un serpente e l’effetto spiacevole che si otterrebbe incontrando tale serpente, quel cervello potrebbe categorizzare e costruire un’esperienza di “paura”. Questo processo ha luogo prima che qualsiasi reale input sensoriale di un serpente raggiunga la consapevolezza cosciente.
Al contrario, un ricercatore delle “emozioni di base” direbbe che la persona prima vede il serpente, e soltanto in un secondo memento questo input sensoriale innesca l’attivazione del “circuito cerebrale della paura” .
Secondo il modello dell’atto concettuale originale, l’emozione viene generata quando una persona classifica il suo stato affettivo centrale usando la conoscenza delle emozioni.
Questa teoria combina elementi di relatività linguistica e la neuroscienza affettiva. Il termine “nucleo affettivo” è stato usato per la prima volta da Russell e Barrett nel 1999 nel Journal of Personality and Social Psychology dove è viene usato per riferirsi ai sentimenti che fanno parte di ogni stato cosciente. Anche il termine “nucleo affettivo” sembra essere stato usato come una frase che si riferisce alla comprensione neuropsicologica del comportamento.
Gli scienziati hanno sostenuto a lungo l’ipotesi secondo la quale sentiamo le emozioni automaticamente, sono reazioni incontrollabili alle cose che pensiamo e sperimentiamo, infatti affermano che le emozioni sono cablate nel corpo o nel cervello.
Oggi, tuttavia, la scienza delle emozioni si trova nel bel mezzo di una rivoluzione alla pari con la scoperta della relatività nella fisica e della selezione naturale in biologia, e questo cambiamento di paradigma ha implicazioni di vasta portata per tutti noi, poichè il contributo scientifico degli studi della psicologa e neuroscienziata Lisa Feldman Barrett, la cui teoria dell’emozione sta guidando una più profonda comprensione della mente e del cervello, getta nuova luce su ciò che significa essere umani.
La sua ricerca capovolge la convinzione diffusa che le emozioni siano ospitate in diverse parti del cervello e siano universalmente espresse e riconosciute. Invece, ha dimostrato che l’emozione è costruita nel momento, dai sistemi centrali che interagiscono nell’intero cervello, integrando gli apprendimenti derivanti dalle esperienze precdenti.
Questa nuova teoria significa che ognuno di noi hai un ruolo molto più importante nella propria vita emotiva di quanto avrebbe mai pensato.
Le ripercussioni di questa teoria stanno scuotendo le fondamenta non solo della psicologia ma anche della medicina, del sistema legale, dell’educazione dei figli, della meditazione e persino della sicurezza aeroportuale.
Puoi guardare qualcuno in faccia e capire cosa sta provando?
Sentiamo la gioia, la tristezza o la paura tutti allo stesso modo?
Leggi la seconda parte dell’articolo.
Bibliografia:
- Barrett, L.,F.,(2010) How emotion are made.The Secret Life of the Brain, Pan books