C’è la convinzione diffusa che il conflitto sia all’origine del deterioramento o della conclusione di una relazione i coppia, ma in realtà, si tratta di un equivoco, proviamo ad osservare i membri della coppia durante un litigio:
Lei: “La nostra casa è sempre in disordine!”
Lui: “Non è colpa mia, non ho tempo di aiutarti come tu vorresti”.
Lei: “Intendi i vestiti sporchi che lasci sul pavimento fuori dal bagno? Nostro figlio invece li mette sempre nel cesto dei panni sporchi, almeno lui non si è rivelato un idiota come te!.”
Lui: (grande sospiro) “Questo succede perché urli contro di lui se non lo fa. Nessuno potrà mai essere abbastanza pulito e ordinato per te.”
Questa coppia è risucchiata nel circolo vizioso di difesa, accuse e disprezzo reciproci, ma cosa è accaduto nella loro relazione affettiva che ha reso questa dinamica relazionale così ditruttiva e disfunzionale?
Uno studio di ricerca longitudinale che ha monitorato le interazioni di 168 coppie per 13 anni, ha scoperto che il principale predittore della rottura di una relazione di coppia non era la frequenza con cui la coppia entrava in conflitto, ma la scarsa responsività emotiva che i partner si offrivano reciprocamente.
La responsività emotiva è alla base di una relazione di coppia sana e gratificante ed ha tre caratteristiche principali che possono essere riassunte nelle domande seguenti:
Ci sei per me?
I miei sentimenti sono importanti per te?
Mi risponderai quando avrò bisogno di te?
I risultati di altre ricerche scientifiche ci hanno fornito ulteriori conferme che il disagio relazionale in una coppia è prevedibile osservando se un partner non ha dato un’adeguata importanza alla richiesta proveniente dall’altro, oppure ha reagito minimizzando un problema o evitando di esprimere le sue emozioni oppure offrendo consigli inutili e insistendo affinché il loro partner utilizzasse quel consiglio.
Al contrario, il reciproco sostegno emotivo e la capacità di rassicurare il partner sui propri sentimenti nonchè la disponibilità ad affrontare il problema insieme, si sono rivelati dei predittori molto attendibili delle relazioni di coppia efficaci e funzionali.
Oramai da tempo le neuroscienze (o neurobiologia: l’insieme degli studi scientifici sul sistema nervoso, richiedono conoscenze di fisiologia, biochimica, anatomia, genetica, matematica e statistica, ma attingono anche da ambiti di studio quali psicologia e linguistica), ci mostrano chiaramente attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica la presenza in ogni essere umano di circuiti cerebrali in grado di monitorare la connessione emotiva in una relazione affettiva, si tratta di una sorta di radar. Inviamo un segnale al partner e se riceviamo un segnale positivo, rimaniamo calmi e abbiamo fiducia che è lì per noi se e quando ne abbiamo bisogno.
In caso contrario, se il segnale è negativo, si attivano dei circuiti neuronali connessi ad una sorta di “sistema d’allerta” che ha dei correlati fisiologici specifici come ad esempio l’aumento del battito cardiaco oppure l’accelerazione del ritmo respiratorio ecc.
Il segnale che inviamo è finalizzato ad instaurare e consolidare la connessione emotiva con il partner, è sufficiente un piccolo gesto o una parola significativa.
Se il nostro partner ci invia un segnale di risposta positivo, ossia è disponibile ad entrare in connessione emotiva con noi, abbiamo la possibilità di rivolgerci verso l’altro, oppure di voltargli le spalle per esprimere il nostro rifiuto.
Il Prof. John Gottman ricercatore e psicologo dell’Università di Washington, negli ultimi quarant’anni ha condotto ricerche sulla previsione della separazione e sulla stabilità delle relazioni di coppia, inoltre nel 2007 è stato riconosciuto come uno dei dieci terapeuti più influenti dell’ultimo quarto di secolo).
I risultati degli studi del Prof. John Gottman su migliaia di coppie evidenziano come le coppie nelle quali i partner si rivolgono l’uno all’altra l’86% delle volte, hanno relazioni durature e gratificanti, mentre le coppie che lo fanno solo il 33% delle volte, finiscono per separarsi.
Il conflitto deteriora gradualmente la relazione perché i partner assumono un atteggiamento difensivo verso l’altro, oppure si allontanano l’uno dall’altro. “
Il modo più funzionale per regolare le emozioni difficili nelle relazioni amorose è condividerle.” (Johnson S.)
Rivolgersi l’uno contro l’altro in modo difensivo:
Il partner 1 presenta un problema.
Il Partner 2 non pensa che sia un problema e critica il Partner 1 per averlo presentato.
Pertanto, il Partner 1 intensifica il problema dicendo cose offensive.
Il partner 2 si vendica offendendo il partner 1.
Il conflitto si intensifica senza controllo.
Durante il conflitto, entrambi i partner si sentono fraintesi e quindi ciascuno si sente incompreso.
Alla fine, entrambi si sentono frustrati perché sono emotivamente disconnessi e il problema rimane irrisolto.
Allontanarsi
Il partner 1 presenta un problema.
Il partner 2 non pensa che sia un problema e non risponde.
Il Partner 1 si arrabbia per convincere il Partner 2 a prestare attenzione al problema.
Il partner 2 si comporta ancora come se nulla fosse accaduto.
Per cercare di attirare l’attenzione del Partner 2, il Partner 1 diventa più ostile e lo offende.
Il partner 2 si isola ancora di più.
Rivolgersi l’uno verso l’altro:
Il partner 1 presenta un problema.
Il partner 2 ascolta non solo il problema ma sopratutto l’emozione che il partner 1 sta vivendo e cerca di sintonizzarsi con essa, anche se per il partner 1 quel “problema” suscita una reazione emotiva differente.
Di conseguenza, il Partner 1 si sente ascoltato, considerato e rispettato (nonostante non sia sempre d’accordo), quindi non prova alcun desiderio di diventare offensivo verso l’altro.Entrambi i partner si confontano rispettandosi e condividendo apertamente il proprio vissuto emotivo, in questo modo si trovano in una posizione migliore per trovare un compromesso che funzioni per loro. La loro relazione migliora dopo aver affrontato il conflitto.
Quando il partner 2 è stato responsivo, ha ridotto il conflitto e portato a una soluzione vantaggiosa per entrambi i partner.
Se tutto ciò che dobbiamo fare è rispondere alle richieste del nostro partner di attenzione e connessione con cura, allora perché affrontiamo il conflitto in modo così distruttivo?
Spesso non rispondiamo perché non ci interessa, ma perché siamo emotivamente coinvolti dal nostro mondo interiore, spesso ci allontaniamo per noncuranza e non per cattiveria. Dalle ricerche condotte negli ultimi vent’anni dal Dr. Gottman, emerge che solo il 30% delle volte i partner sono emotivamente ben disposti ad ascoltare il loro partner, quindi la maggior parte del tempo entrambi i partner non sono emotivamente disposti a rivolgersi verso l’altro, pertanto la probabilità di vivere incomprensioni e conflitti è davvero notevole e corrsponde indicativamente al 70% delle volte.
Anzichè aspettarci che sia sempre facile comunicare con il partner, è più verosimile che accada il contrario:ossia che i problemi di comunicazione e di conflitto si verifichino con una certa regolarità. Se questa è la premessa, diventa fondamentale individuare un modo di affrontare queste difficoltà senza ferirci a vicenda.
La differenza è come affronti il conflitto
Gli studi del Dr. Gottman evidenziano che le coppie che hanno interazioni caratterizzate dall’umorismo e da interazioni affettuose, durante il conflitto non si relazionano in modo distruttivo. I risultati mostrano come queste coppie che ridono e che si tengono la mano, in realtà, discutono e litigano per gli stessi problemi delle coppie infelici: il denaro, le faccende domestiche, il sesso, i figli ecc., tuttavia a fare la differenza non è il contenuto del conflitto ma è come ciascun partner lo affronta.
Le coppie arrivano alla separazione in meno di sei anni quando Critica, Difesa, Disprezzo e Ostruzionismo diventano modalità comunicative abituali.
Ecco perché, come partner bisogna imparare ad esprimersi senza attaccare l’altro e ad ascoltare senza assumere un atteggiamento difensivo, così tu e il tuo partner potete utilizzare il conflitto come catalizzatore per la connessione emotiva,
Ad esempio, un modo efficace di rispondere a una lamentela del proprio partner potrebbe essere:
“Sembri preoccupato per questo problema. Dimmi perché questo è importante in modo che possiamo sistemare le cose “.
Questo atteggiamento focalizzato sul “noi” crea un forte legame. Migliaia di studi di ricerca sulla teoria dell’attaccamento hanno scoperto che un partner reattivo e accettante è il fondamento di una relazione affettiva sicura.
Quando si crea un conflitto in una relazione, si tratta in realtà di un tentativo di ristabilire la connessione emotiva.
Tutto ciò può apparire strano, come potrebbero i commenti duri del mio partner essere un tentativo di riconnettersi con me?
Cosa è successo quando non ti sei sentito ascoltato dal tuo partner?
Ti sei arrabbiato?
Ti sei allontanato?
Oppure hai detto con calma al tuo partner perché questo problema è importante per te?
Come te, il tuo partner non è cattivo, è solo spaventato, dietro i conflitti distruttivi ci sono profonde insicurezze, c’è la paura di essere abbandonati, respinti, controllati o manipolati. Piuttosto che rivelare queste vulnerabilità, le persone cercano di proteggersi incolpando e attaccando gli altri.
Come sottolinea la dott.ssa Johnson i partner si stanno chiedendo a vicenda:
- Posso fidarmi di te, puoi essere lì per me?
- Risponderai quando ho più bisogno di te?
- Mi apprezzi e accetti come sono?
- Hai bisogno di me?
Dietro alle accuse o alle offese c’è qualcosa di profondamente significativo. È solo quando il tuo partner si sente sicuro di poter rivelare questa vulnerabilità, quando rispondi in un modo che offre assistenza e supporto, tende a mostrare le sue paure più profonde.
Quando entriamo in conflitto e lo facciamo in un modo efficace, in realtà impariamo come amarci meglio. All’interno dei problemi di relazione più difficili si trovano le opportunità di instaurare una relazione intima più gratificante.
Esprimi la tua sofferenza invece di ferirti
Se ci scagliamo sempre contro persone che ci hanno ferito, stiamo dando loro la ragione perfetta per non ascoltarci. Piuttosto che criticare, possiamo rivelare coraggiosamente il nostro dolore. Una confessione di vulnerabilità è quasi impossibile da ignorare per il partner.Ecco un esempio:
Lui: “Tesoro, ti dispiacerebbe spegnere la TV?”
Lei: “Perché?”
Lui: “Voglio parlarti del mio lavoro e quando guardi la TV, sembra che la nostra conversazione sia finita. So che è stupido, ma sono sensibile, quindi quando succede qualcosa del genere mi fa sentire come se non fossi importante per te. So che parlo spesso del mio lavoro ed è molto importante per me sentire la tua opinione su di esso perché mi sto impegnando.”
Lei: “Mi dispiace così tanto. Certo che ti voglio ascoltare. Dammi un momento così prendo il telecomando e la spengo la tv. “Il modo in cui il lui si lamentava e quello in cui lei rispondeva, ha impedito che il conflitto aumentasse.
Mostrare il proprio disagio rende più facile per il tuo partner rivolgersi a te con calore, conforto e supporto emotivo.
I partner che non imparano ad esprimere le proprie emozioni, specialmente quelle negative come la rabbia, la paura e la vergogna affronteranno conflitti frequenti.
Il conflitto può essere un’opportunità che ci insegna ad amarci meglio, se cogliamo l’opportunità di apprendere dall’esperienza. Quando non lo facciamo, il conflitto può diventare incandescente a causa della disconnessione emotiva.
L’unico modo per migliorare la tua relazione è imparare a amare meglio il tuo partner e insegnargli come amarti meglio. Come afferma Amir Levine: ”Le piccole, apparentemente insignificanti, interazioni nella vita di tutti i giorni – ognuna di esse – sono un’opportunità per cambiare il modo in cui le coppie creano un attaccamento sicuro nella loro relazione.”
L’ amore duraturo richiede coraggio
Il coraggio di mostrare al partner la propria vulnerabilità e di ascoltare senza difese, anche durante il conflitto. Soprattutto quando siamo feriti e arrabbiati.
Una relazione di coppia emotivamente ricca non viene coltivata durante una vacanza alle Hawaii, si fonda su una routine quotidiana di abitudini e interazioni efficaci ed emotivamente gratificanti. Come afferma la dott.ssa Julie Gottman, “per molte coppie, il solo rendersi conto che non dovrebbero dare per scontate le loro interazioni quotidiane fa un’enorme differenza nella loro relazione”.
Ecco cinque modi fondati sulla ricerca scientifica per rendere la tua relazione più amorevole e appassionata.
Essere consapevole
le coppie spesso ignorano i bisogni emotivi l’uno dell’altro “. Quindi sii attento alle offerte del tuo partner di connessione emotiva e rivolgiti verso di lui così si sentirà ascoltato e apprezzato.
Esprimere apprezzamento quotidiano
Tieni un diario (o un elenco nelle note del tuo cellulare) su tutti i modi in cui il tuo partner si è rivolto verso di te, come “inviato un SMS durante il lavoro per vedere come è andato l’incontro” o “è andato a fare una passeggiata serale con me”.
L’obiettivo è notare i gesti che vengono fatti e quindi esprimere apprezzamento e gratitudine al partner.
Esprimere sensazioni, stati d’animo e non lamentele:
Condividere il proprio vissuto emotivo anche se spiacevole è probabilmente la conversazione più importante che una coppia possa affrontare.
Comunicare comprensione
Quando il tuo partner si lamenta, è importante che comunicargli esplicitamente la nostra comprensione evitando di cedere alla tentazione di offrire un consiglio oppure una soluzione. Se inveceil nostro partner è contento per qualcosa che gli è accaduta al lavoro, condividiamo la sua soddisfazione. Ci sentiamo amati quando ci sentiamo ascoltati e compresi.
Essere affettuoso
Baciarsi, tenersi per mano e farsi le coccole sono tutte occasioni per fare “depositi” nel proprio “conto bancario emozionale”. Lo studio pubblicato nel 2014 da Northrup et al. nel quale sono state intervistate oltre 70.000 persone in 24 paesi, ha scoperto che i partner delle coppie che hanno una relazione affettiva gratificante, si baciano appassionatamente senza motivo, si coccolano e sono emotivamente responsivi l’uno verso l’altro, ciò significa che sono conosapevoli dell’intenzionalità necessaria per essere disposti a rivolgersi l’uno verso l’altro.