Sono qui per raccontarvi la mia storia.
Ho iniziato il percorso con Sabrina, la dott.ssa Sabrina Camplone nel gennaio 2021, non perché sentissi la necessità di dover intraprendere un percorso per star bene con me stesso, ma spinto dal volere del mio compagno. Il tentativo è iniziato per curiosità, anche se avvertivo un aspetto non necessario nel dover sacrificare ore della giornata per dedicare del tempo a me stesso; ero alquanto scettico dato che mi sentivo perfettamente sereno nel mio stato d’animo.
Dopo la prima seduta con Sabrina, ho iniziato a riflettere su quali potessero essere gli aspetti che non ero mai stato in grado di mettere realmente a fuoco. Ero incastrato in un circolo vizioso che mi portava a ripetere ogni volta lo stesso atteggiamento, nonostante si trattasse di situazioni diverse, ragion per cui mi spingevo sempre verso il medesimo errore. C’era molto da “livellare”, come ad esempio il giudizio e la percezione che avevo di me stesso, giudicandomi in paragone con il mio stesso sesso o viceversa. Le sedute, passo dopo passo sono diventate più stimolanti, intraprendenti ed a volte dinamiche, ma anche: riflessive, meditative e silenziose.
In una di queste sedute è stato affrontato il rapporto con mio padre (premetto che i miei genitori sono divorziati da quando avevo 13 anni) e proprio in una di queste sedute, come nelle altre successive, la dottoressa mi ha fornito gli strumenti per non reprimere la rabbia e la collera che trascinavo dentro di me. Mi ha aiutato a capire alcuni atteggiamenti di mio padre confrontandoli con i miei, utilizzando anche metodi pratici, come ad esempio istaurare un colloquio immaginario con mio padre, nel quale interpretavo entrambe le parti: posizionando due poltrone, una di fronte all’altra, e ad ogni “botta e risposta” dovevo alzarmi e sedermi al posto di fronte così da poter interpretare e immedesimarmi al meglio nella parte.
Questo lavoro non è servito solo a capire mio padre, ma principalmente a comprendere me, la mia vulnerabilità e l’eventualità che possa diventare mia alleata e non mia nemica. Altri incontri sono serviti ad affrontare e riconoscere la rabbia che mi cresceva dentro e che ho sempre avuto, ma che reprimevo ed evitavo, immagazzinandola e mettendola da parte. Per evitare di far esplodere questa rabbia, ho svolto un esercizio di autocontrollo nel quale parlavo ai miei problemi, cercando di comprendere quale fosse il reale bisogno, lasciando alla meditazione ed il respiro il resto del lavoro.
Un altra seduta si è focalizzata nell’affrontare un “colosso” dentro di me, un colosso che si chiama scarsa autostima, ovvero il mio perenne giudicarmi, il mio non sentirmi mai all’altezza delle situazioni, il mio sentirmi sempre un passo dietro agli altri. L’esercizio per abbattere questo muro si è basato nel creare un di dialogo dentro di me, nel quale cercavo di integrare le due parti contrastanti, tramite un mio atteggiamento propositivo e risolutivo, affrontando il tutto con coraggio, evitando timori e paure infondate.
Concludo questa mia riflessione dicendo che mai mi sarei aspettato di essere una persona ricca di lacune e che mai mi sarei aspettato di aver bisogno di spendere soldi e tempo da una psicoterapeuta, di aver bisogno di una persona con cui parlare dei miei problemi senza filtri, di confidarmi su paure, dubbi e incertezze.
Sono partito da zero aspetti da rivalutare di me, ritrovandomi invece dopo quindici mesi di terapia a poter raccontare apertamente di me, a poter raccontare la mia storia, ad aver affrontato dodici aspetti del mio carattere che fino a quel giorno di Gennaio non avevo mai avuto il coraggio di guardare in faccia, spingendoli verso il basso per evitare di sentirli.
Grazie Sabrina